Il cielo sopra Ariccia può essere molto suggestivo. Generalmente è sereno, poche pennellate bianche interrompono il blu che impera per larga parte dell’anno; le nuvole raramente si addensano così tanto da diventare minacciose e rompere in pioggia.
Quando però questo accade, soprattutto durante l’inverno, si crea un vero e proprio spettacolo come mostra la foto che ritrae il Ponte di Ariccia avvolto dalla Nebbia, di cui già vi avevo parlato.
Strati e strati di nuvole grigie e nere, cariche di pioggia pronta a scrosciare da un momento all’altro si riflettono sul bianco della pietra bagnata. Le volute architettoniche che ornano i meravigliosi edifici barocchi risaltano ancor di più a contrasto con le nubi plumbee e anche l’asfalto del ponte monumentale sembra una scia di colore dello splendido cielo sovrastante.
Il “Giardino d’inverno a Werki” tra le opere più note di Palazzo Chigi
Certamente l’atmosfera invernale si addice ad una città dal clima altrimenti mite come Ariccia.
Ne è dimostrazione il fatto che uno dei più apprezzati capolavori pittorici custoditi all’interno di Palazzo Chigi di Ariccia si chiama proprio Il Giardino d’inverno a Werky.
Nel 1846 il pittore russo Vasili SemenovitchSadovnikov, uno dei pittori più affermati nel genere delle vedute d’interni, porta a termine un acquerello dove ritrae un interno del castello di Werky, appartenuto ai principi della stirpe tedesca dei Wittgenstein. L’opera è parte di una collezione di grande valore, perché rappresenta un raro documento del gusto con cui si arredavano i palazzi dell’epoca.
La figlia di una discendente dei Wittgenstein andata in sposa a Mario Chigi Albani, alla sua morte lasciò in eredità alla famiglia del padre l’intera collezione di dipinti che raffiguravano le proprietà della casata materna.
Le atmosfere invernali del Reno penetrano nei saloni di Palazzo Chigi attraverso i vetri della serra dipinta da Sadovnikov.
Dietro alle grandi vetrate del jardin d’hiver appartenuto alla bella principessa Leonilla di Wittgenstein, si trovano decine di grandi vasi colmi di alberi e piante esotiche, messi al riparo dalle rigide temperature dei lunghi inverni tedeschi e costantemente irrorati da spruzzi d’acqua che fuoriuscivano da un sistema di irrigazione creato appositamente per rinfrescare la lussureggiante vegetazione. Il dipinto è una deliziosa testimonianza della moda in voga tra le famiglie più ricche del XIX secolo. Al ritorno dai viaggi nei luoghi caldi era d’uso riportare a casa qualche esemplare di pianta esotica, ma il clima europeo non garantiva la sopravvivenza di palme e succulente.
Si prese così a costruire serre adiacenti alle stanze del palazzo, nelle quali le padrone di casa potevano accedere senza passare per l’esterno evitando di far entrare pericolosissime correnti d’aria, e in un batter d’occhio fu tutto un fiorire di giardini d’inverno, orangerie e limonaie. Tra i giardini d’inverno più noti, quello del Cremlino a Mosca e quello dello Schoenbrunn a Vienna.
Le atmosfere invernali che affascinarono Goethe
Gli inverni di Ariccia, così contrastanti con il riverbero assolato che accompagna i mesi più caldi, affascinarono anche Wofgang Goethe di passaggio nella campagna laziale durante il viaggio in Italia. Diretto a Roma, che considerava unica al mondo non solo per la sua indiscutibile bellezza ma anche per la magica vitalità, Goethe sosta per qualche tempo sui colli albani, dove l’aria è sempre pura e limpida.
Dunque, il 22 febbraio 1787 splende ancora il sole sopra Ariccia nonostante le temperature rigide. Lo sconfinato panorama si rivela incantevole, i monti in lontananza sono coperti da un accenno di neve che non rovina il tepore dell’aria di cui lo scrittore gode nelle sue passeggiate all’aperto. Intorno a lui, i monumentali lasciti del Bernini che hanno reso unica la fisionomia della città papale.
Su tutti, un edificio cattura la sua attenzione. Egli si sofferma a lungo all’ingresso del palazzo Chigi, rapito dalla disordinata selva di erbe che ormai ha preso il sopravvento sull’architettura di quello che tempo addietro era un maestoso esempio di parco privato, ornato di sculture e casini di caccia in puro stile barocco. Entra e prima di salire sul colle che arriva al castello, resta ancora ad ammirare il dedalo di erbacce e tralci che crescono a capriccio, in attesa di trovare nuovo vigore nella ormai prossima stagione primaverile.
Gli eventi culturali di Ariccia in inverno
Al giorno d’oggi trascorrere qualche giorno ad Ariccia nei mesi invernali è una esperienza che può essere vissuta all’insegna del divertimento e della cultura.
Sono infatti numerose le iniziative che accompagnano le giornate d’inverno, in particolare durante i periodi di festa.
La celebre locanda Martorelli ad esempio, ospita spesso nei suoi locali iniziative culturali volte ad approfondire la conoscenza del ciclo decorativo che abbellisce i suoi interni, fatto di dipinti e stucchi lasciati a ricordo dagli artisti che vi sostavano, e del Grand Tour d’Italie che vedeva Ariccia tra le tappe fondamentali del suo percorso.
Oltre alle spettacolari e antiche dimore storiche del centro, Ariccia offre tanta storia anche tra le vie. Una delle tante? Largo Savelli. Si narra che all'interno della piccolissima piazzetta i nobili Savelli esercitavano il loro potere espansionistico e decidevano chi andava a morire e chi no, grazie alla propria corte Savella (giurisdizione penale).
Inoltre, ha preso il via durante le festività natalizie la prima edizione del presepe vivente tra le vie del centro storico, che si sono popolate con centinaia di figuranti intenti a ripercorrere le fasi salienti della nascita di Gesù. A febbraio, è consuetudine per gli abitanti di Ariccia prendere parte alla processione in onore della patrona della città, Sant’Apollonia, che viene celebrata con l’accensione di fuochi lungo le strade e grandi banchetti di prodotti tipici per tutti i partecipanti.
La Foresta Incantata
Se l’avvicinarsi dell’inverno lascia presagire uno spegnimento dei colori della natura e cede spazio al grigio del cielo e agli alberi spogliati delle variopinte chiome autunnali, è altrettanto vero che le città si accendono con i colori delle decorazioni natalizie e tutto si illumina a festa. Questa magica atmosfera anima il parco della Foresta Incantata di Ariccia in occasione del natale e di capodanno.
Ben lontano dall’abbandono in cui si trovava al passaggio di Goethe, il parco di Palazzo Chigi da novembre a gennaio ospita un tripudio di luci dalle forme più evocative: renne, pacchi dono, slitte ed elfi salutano da ogni angolo i bambini che si lasciano trasportare in un viaggio fantastico. I personaggi più amati delle fiabe sembrano prendere vita e volteggiare sulle luci bianche che evocano paesaggi innevati. Pupazzi di neve, igloo, fontane ghiacciate e tutto quanto può accendere l’immaginazione di grandi e piccini è a disposizione dei visitatori che si immergono nella splendida Ariccia d’inverno grazie agli eventi in programma nella Foresta Incantata.